dimarts, 27 d’abril del 2010

Capire Gesù (Dimarts quart de Pasqua)

Des de la ciutat sarda d'Iglesias, on estic fent una substitucio, i perquè el blog no quedi inactiu mentre fra Jordi és de viatge, envio aquesta homilia. A Catalunya mentrestant esteu celebrant la Mare de Déu de Montserrat. Quina sort! En fi, espero que el meu italià (degudament corregit per fra Fabrizio) sigui entenedor...



Alla domanda dei giudei che vogliono sapere chiaramente se Lui è il Cristo, Gesù risponde facendo riferimento alle sue opere. E questo il suo linguaggio, quello che ci fa capire che cosa significa essere el Cristo ed essere, come dice Gesù, uno con il Padre.

Quali sono queste opere? Gesù guarisce, perdona i peccati, resuscita i morti e soprattutto dà la sua vita sulla croce per tutti noi. Queste sono le opere che ci fanno capire bene il suo mistero.

Tutti hanno saputo che Lui era il Cristo. Ma non tutti hanno capito che cosa significava essere il Cristo per Lui. Non l'hanno capito i potenti che hanno visto in Lui uno che voleva sostituirli. Non l'hanno capito quelli che volevano farlo re dopo la moltiplicazione dei pani. L'ha capito il ladro che gli ha detto "Ricordati di me nel tuo Regno". L'ha capito la donna che gli asciugava i piedi con i suoi capelli. L'ha capito il cieco che gridava "abbi pietà di me" e il soldato che innanzi alla croce ha detto che era il Figlio di Dio.

Non lo capiamo noi quando speriamo da Lui il nostro successo, la nostra fama o la nostra comodità. Lo capiamo quando apriamo i nostri cuori con umiltà al suo perdono, quando ci riconosciamo deboli e malati e gli chiediamo la salute e la salvezza. Così possiamo ancora oggi sentire la sua voce che ci ripete: "Voi siete le mie pecore. Vi do la vita eterna. Non andrete perduti in eterno. Nessuno vi strapperà dalla mia mano".